Che si tratti di un ristorante, una salumeria o un catering, scegliere e utilizzare correttamente l’affettatrice può davvero fare la differenza.
In un locale dove il tempo è prezioso e la qualità non può essere compromessa, l’affettatrice è un’alleata silenziosa ma potente. La possibilità di ottenere fette sempre uguali, sottili e pulite non è solo una questione estetica: incide direttamente sulla resa del prodotto e sulla percezione del cliente. Un taglio uniforme esalta i sapori, mantiene la consistenza del cibo e contribuisce alla presentazione del piatto.
Esistono diverse tipologie di affettatrici, per ogni esigenze specifiche.
- Affettatrice manuale: perfetta per chi lavora piccole quantità e vuole avere un controllo diretto sul taglio. È apprezzata anche per il fascino artigianale, soprattutto nei contesti gourmet o nelle cucine a vista.
- Affettatrice automatica: ideale per le grandi cucine e i laboratori alimentari, consente di lavorare volumi elevati in poco tempo, mantenendo la massima precisione.
- Affettatrice a gravità: grazie all’inclinazione del piatto, permette al prodotto di scorrere naturalmente verso la lama, facilitando il taglio e riducendo lo sforzo dell’operatore.
- Affettatrice verticale: cosi chiamata per la posizione della lama, perpendicolare rispetto alla base dove si appoggia il salume o formaggio.
L’affettatrice non serve solo per prosciutti e salami. Sempre più chef la utilizzano in modo creativo: per affettare verdure sottilissime da essiccare, per tagliare carni crude in modo uniforme o per realizzare carpacci di pesce.
In una cucina moderna, la versatilità è tutto — e l’affettatrice si rivela uno strumento sorprendentemente duttile.