Una macchina sottovuoto professionale funziona secondo un processo preciso e controllato che si articola in tre fasi principali: aspirazione, saldatura e rilascio del vuoto. Questo ciclo, automatizzato o semiautomatico a seconda del modello, consente di confezionare gli alimenti in modo igienico, sicuro e durevole.
La prima fase del ciclo prevede l’inserimento dell’alimento in un sacchetto per sottovuoto (liscio o goffrato, in base al tipo di macchina). Il sacchetto viene poi posizionato sulla barra saldante oppure all’interno della camera di vuoto, a seconda che si tratti di un modello a barra esterna o a campana. A questo punto, entra in azione la pompa del vuoto: un motore che aspira completamente l’aria contenuta nel sacchetto. Nei modelli più evoluti, questa fase è regolata da un sensore di pressione o un microprocessore, che garantisce un livello di vuoto preciso e stabile.
Una volta estratta l’aria, la macchina attiva la barra saldante: una resistenza riscaldata che fonde i bordi del sacchetto, sigillando ermeticamente. La saldatura impedisce il rientro dell’aria e garantisce che il vuoto venga mantenuto nel tempo. In molti modelli, è possibile regolare la potenza e la durata della saldatura, per adattarla a diversi spessori e materiali dei sacchetti.
- Rilascio del vuoto e apertura camera
Nei modelli a campana, dopo la saldatura viene introdotta aria all’interno della camera per bilanciare la pressione, consentendo così l’apertura del coperchio. Nei modelli a barra esterna, il sacchetto può essere rimosso subito dopo la saldatura.
Il ciclo completo di una macchina sottovuoto professionale dura generalmente tra i 10 e i 30 secondi, a seconda della potenza della pompa, delle dimensioni del sacchetto e del livello di vuoto impostato. Questo processo garantisce una conservazione ottimale, riducendo il rischio di contaminazione e prolungando la shelf life degli alimenti senza alterarne la qualità.